Novena di Natale – 8° giorno –

8° GIORNO L’AMORE CHE SALVA

L’apostolo Paolo pone l’accento sugli effetti dell’amore di Dio manifestatosi nell’incarnazione. Questo amore è benignità, tenerezza, misericordia e si manifesta nonostante i peccati e le miserie degli uomini. Il fine di questo agire di Dio è quello di renderci suoi figli, rigenerandoci mediante il Battesimo per mezzo dello Spirito Santo, perché possiamo tendere al totale possesso della salvezza.

San Paolo apostolo a Tito

«Carissimo, anche noi un tempo eravamo insensati, disubbidienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3,3-7).

Tutto abbiamo ricevuto in Cristo
Tutto abbiamo ricevuto in Cristo. Iddio si è comunicato all’uomo come restauratore della sua natura, come perdono e null’altro che perdono. In qual modo la misericordia di Dio ci concede il perdono del peccato, per unire l’uomo a sé come figlio? Risponde San Paolo: «Mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5). Il Battesimo è il suggello della fede: chi si è affidato a Cristo non assume con lui un rapporto isolato, ma entra a far parte della comunità di Cristo, la sua Chiesa: giunge a ciò perché ha avuto in dono lo Spirito stesso di Cristo e dallo Spirito viene inserito nel corpo di Cristo, ne fa parte come membro vivente. Lo Spirito è Dio che in Cristo opera in noi: aiuta, ispira, illumina, santifica non per realizzare una vita solitaria, una comunione individualistica con Dio, ma per collegarci nella comunione con i fratelli in un’autentica carità vissuta. (F. Salvestrin)

  Mostraci, Signore, la tua Misericordia
Padre Santo, che per mezzo del Figlio tuo ci hai liberati dal peccato e dalla morte, togli ogni ansia e ogni tristezza dai nostri cuori.
Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia. Tu che hai promesso al tuo popolo un germoglio di giustizia, conserva pura e santa la tua Chiesa.
Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia. Tu che in Cristo ci hai dato ogni bene, fa’ che non ci separiamo dalla comunione di amore del tuo Spirito
Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia. Tu che infondi nel nostro cuore la beata speranza della salvezza, conservaci fedeli e vigilanti fino al giorno del Signore Gesù
Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia. Oppressi dal giogo del peccato, aspettiamo da Te, Padre misericordioso, la nostra redenzione; fa’ che la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù antica. Per Cristo nostro Signore. Amen

a cura della Redazione Papaboys

Novena di Natale – 7° giorno –

7° GIORNO  

SI E’ FATTO CARNE

Con un misterioso vaticinio il profeta Isaia promette un “segno” di salvezza: la nascita miracolosa dell”‘Emmanuele”, figlio di una vergine. L’Evangelista attribuisce esplicitamente la profezia alla nascita di Gesù: Egli è veramente l’Emmanuele, cioè Dio con noi. Facendosi uomo, Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi e rimane con noi anche oggi, nella Chiesa e nell’Eucaristia.

Dio con noi

«”Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto”. Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”. Allora Isaia disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio con noi”» (is 7,10-14).

Dio ha dimorato tra noi

Ti chiederai in che modo la divinità si è incarnata, come il fuoco nel ferro, non trasferendosi, ma comunicandosi. Il fuoco infatti, non si slancia verso il ferro al quale si comunica. Non subisce diminuzione, ma riempie totalmente il ferro al quale si comunica. Allo stesso modo, Dio, il Verbo “che ha dimorato tra noi” non è uscito da Se stesso; il Verbo che si è fatto carne non fu soggetto a mutamento; il Cielo non fu privato di Colui che teneva e la terra accolse nel proprio seno colui che nei cieli.

Lasciati penetrare da questo mistero: Dio è venuto nella carne per uccidere la morte che vi si nasconde. Come le cure e le medicine vincono gli elementi nocivi assimilati dal corpo, e come il buio in casa è dissipato dalla luce che entra, così la morte che teneva in suo potere la natura umana fu distrutta con la venuta della divinità. Come il ghiaccio prevale sull’acqua mentre è notte e persiste l’oscurità, ma appena sorge il sole si scioglie al calore dei suoi raggi, così la morte ha regnato fino alla venuta di Cristo; quando è apparsa la grazia salvatrice di Dio e si è levato il Sole di giustizia, la morte fu assorbita dalla vittoria, non avendo potuto resistere alla presenza della vera vita. Noi pure manifestiamo la nostra gioia, festeggiamo la salvezza del mondo, il giorno della nascita dell’umanità. Oggi è tolta la condanna di Adamo. Non si dirà più: “Polvere tu sei e alla polvere tornerai”, ma: “Unito a colui che è nei cieli, sarai elevato al cielo”. (S. Basilio M.)

Onore e gloria a Te, Signore Gesù.

Per l’immenso amore che Ti ha spinto a farti nostro fratello
 Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Perché ci hai raccolti nella tua Chiesa, arca di salvezza
– Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Perché ci hai dato la speranza della vita gioiosa e senza fine nel tuo regno
 Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Per riparare al peccato degli uomini che non Ti hanno accolto e non Ti amano
 Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!

Risplendi su di noi con la luce della tua gloria, Signore Gesù Cristo, e la tua venuta vinca le tenebre del male e porti a tutti gli uomini la liberazione dalla schiavitù del peccato. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Novena di Natale – 6° giorno –

  • 4 giorni per entrare a Betlemme con il cuore, prima che con la mente. Anche  oggi una meditazione, per seguire passo dopo passo il clima giusto da respirare.

6° GIORNO

L’ANCELLA DEL SIGNORE
Con l’annuncio di Maria, Dio comincia ad attuare le antiche promesse, che riguardano la venuta del Messia e la redenzione del genere umano. Però, come in tutti gli altri suoi interventi passati nella storia d’Israele, così anche in questo capitale intervento di salvezza, Dio chiede la libera cooperazione umana. E’ sua l’iniziativa, ma non vuole portarla a compimento senza il concorso delle sue creature.

Maria che si proclama “l’ancella del Signore” diventa la vera abitazione di Dio e la Madre del Signore. In tal modo Ella, figlia e fiore di tutta l’umanità, per volontà di Dio è lo strumento indispensabile della nostra salvezza.

Come è possibile?
«Nel sesto mese, l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da Lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con Te”. A queste parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’Angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’Angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’Angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’Angelo parli da lei» (Lc 1,26-38).

Il “fiat” di Maria

Nella sfera umana, Maria è sola. Nessuno sa quello che avviene in lei. Che cosa dirà? Maria si rende perfettamente conto dell’estrema importanza di ciò che sta per pronunciare. Come una sposa, Ella sa che questo infinito ha due aspetti: uno di gioia, di tenerezza, di gloria; ma anche un altro aspetto: una immensità invisibile di pena, di redenzione, di riparazione. Dire “sì”, sarebbe mancare di delicatezza, come se Lei fosse uguale a Dio. Dirà solamente: che ciò avvenga, che ciò mi sia fatto! Come se intendesse far comprendere che gettava la sua libertà nel piano divino, oggi di gioia e domani di sofferenza. Fiat! E la parola dell’accettazione. E, nello stesso istante, ciò avvenne. Ella lo seppe. Tacque. L’Angelo adorò il divino mistero e si allontanò in silenzio. (J. Guitton)

  Noi Ti ringraziamo, o Gesù
Per il “sì” libero e generoso pronunciato da Maria nel momento dell’Annunciazione
Noi Ti ringraziamo, o Gesù. Perché, per mezzo di Maria, Ti sei fatto uomo e sei divenuto nostro fratello
Noi Ti ringraziamo, o Gesù. Perché hai associato la Madre tua a tutto il mistero di redenzione e di salvezza degli uomini
Noi Ti ringraziamo, o Gesù. Perché ci hai dato la Madre tua come nostra Madre amatissima
– Noi Ti ringraziamo, o Gesù.

5 consigli di Gesù per l’Avvento

L’Avvento è un tempo di attesa gioiosa del Natale. In questo clima, Gesù offre cinque consigli pratici.

1 Fare attenzione

L’Avvento è un periodo per prendersi cura della propria vita e della propria salute spirituale, per cui servono ritiri-ritiri online, giorni di raccoglimento e altri modi per “recuperare” il proprio cuore.

2 Alzare la testa

In altre parole: siate coraggiosi, non abbiate paura. Guardate alla vostra vita e al futuro con coraggio e ottimismo, e allo stesso tempo alzate la testa da quello che state facendo. Guardate oltre, ampliate i vostri orizzonti.

3 Stare allerta

Gesù non dice che ci si deve preoccupare degli altri, ma che ci si deve prendere cura di se stessi, il che vuol dire cominciare da sé. Come dice Gesù nel Vangelo, “Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza, dalle ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio” (Luca 21, 34-35). 

4 Vigilare

Vigilare significa stare attenti tenendo gli occhi e le orecchie aperti a ciò che accade intorno a noi. Consiste nel riconoscere i segni dei tempi che Dio ci offre ogni giorno, e anche nel vedere come si prende cura di noi. Stare attenti significa essere sensibili ai segni di Dio nella nostra vita.

5 Pregare incessantemente

Dio stesso – Gesù – trovava tempo per la preghiera. La preghiera è come l’aria che respiriamo. San Giovanni Paolo II diceva che il tempo dedicato alla preghiera non è mai tempo perso. La preghiera è una conversazione con un Amico. Possiamo dire che “pregare incessantamente” significhi che preghiamo non solo quando siamo in chiesa, ma in varie occasioni, ad esempio mentre andiamo al lavoro, camminando, ecc.. Ci si può rivolgere al Signore in qualsiasi occasione.

Un proposito per l’Avvento che aumenti il vostro amore

L’Avvento è un tempo per fare propositi. I padri spirituali dicono che non si tratta di fare molti propositi che poi non si mettono in pratica, ma di farne uno concreto che si possa realizzare.

La cosa migliore è che questo proposito sia collegato al comandamento più importante, a quello più importante della vita, ovvero il comandamento di amare Dio e il prossimo come se stessi. Ho già il mio proposito concreto per l’Avvento?

Aleteia

Novena di Natale 5° giorno

.

5 giorni per entrare a Betlemme con il cuore, prima che con la mente. Anche  oggi una meditazione, per seguire passo dopo passo il clima giusto da respirare.

Betlemme è la città della nascita, Betlemme è il tuo sguardo, Betlemme è la tua famiglia, Betlemme è il tuo gruppo di amici, la tua scuola, la tua Chiesa, il tuo gruppo, la tua pagina facebook.

Betlemme è il tuo mondo, e tu ci sei! 

5° GIORNO

UNA MISSIONE ALTISSIMA

Il piano di salvezza di Dio si incontra con la volontà e la collaborazione umana di due creature: Maria e Giuseppe. Due creature meravigliose, completamente disponibili al volere del Signore.
Il brano evangelico ci presenta l’uomo giusto e timorato di Dio, scelto ad una missione altissima: fare sulla terra le veci del Padre che è nei Cieli. La figura di Giuseppe ci appare in questo passo alta e drammatica, scolpita di fede e umiltà. Egli non può ancora capire il mistero di Dio, ma quando ha la certezza della divina volontà, crede e obbedisce.

Emmanuele: Dio con noi

«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un Angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,18-24).

L’obbedienza di Giuseppe

Di fronte al mistero divino, Giuseppe ha saputo mantenere il contegno giusto. Egli non si lascia prendere da umani sentimenti. Non è in grado di comprendere ciò che vede in Maria e non vuole penetrare a forza il mistero; si ritira piuttosto in disparte, con timida e rispettosa venerazione, abbandonandosi al volere di Dio e lasciando a Lui tutto il resto. Giuseppe dunque obbedisce alla Parola, la mette in pratica, dichiarandosi con le opere strumento docile nelle mani dell’Altissimo. Egli non vuole nulla per sé, perché intende essere semplicemente a disposizione di Dio. Prende quindi con sé Maria, sua sposa, per adempiere la volontà di Dio, perché Ella possa dare alla luce il suo Figlio. Sarà però lui, Giuseppe, in tutta obbedienza, a dargli il nome. Quel nome attorno al quale rotea l’universo e per volontà del quale ogni cosa è stata creata: Gesù, il Messia, il Salvatore. (R. Gutzwilier)

  Ascoltaci, o Signore
Perché siamo fedeli agli impegni assunti nel nostro Battesimo e portiamo a termine la nostra vocazione
Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore. Perché, ad imitazione di San Giuseppe, siamo sempre disponibili all’obbedienza al divino volere, anche quando tutto ci appare oscuro
Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore. Perché siamo capaci di ascoltare, nel silenzio interiore, la voce delle divine ispirazioni
Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore. Perché il nome di Gesù, nel quale solo c’è speranza di salvezza, sia conosciuto e invocato da tutti gli uomini.
Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore. Disponi, o Padre, i nostri cuori a ricevere nel tempio vivo della Chiesa la tua misericordia, perché la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù del peccato e ci renda degni di partecipare alla ricchezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.