5 modi per trovare Dio nella propria routine quotidiana

Rendete i compiti monotoni al lavoro e a casa opportunità di crescita spirituale

Penso spesso che se avessi più tempo riuscirei a dedicarne di più a Dio. Sembra come se i piccoli compiti monotoni della mia routine quotidiana mi stessero trattenendo dal fare cose migliori e ben più importanti – che si tratti di leggere un buon libro spirituale o di trovare del tempo per pregare. Mi sono resa conto, però, del fatto che tutto questo non è vero. Se riorientassi il mio pensiero, potrei davvero trasformare la monotonia in preghiera. Ci sono molti santi che hanno trascorso la propria vita svolgendo compiti ripetitivi e hanno usato i loro doveri quotidiani per avvicinarsi a Dio.

Ad esempio, quando chiese di entrare in un convento domenicano, San Martino di Porres aveva il permesso di svolgere solo i compiti che gli altri non volevano. È stato essenzialmente un servitore per buona parte della sua vita, e solo dopo un permesso speciale gli è stato permesso di aiutare in infermeria, prendendosi cura dei malati. Le sue giornate non erano brillanti, non ha scritto alcun libro profondo né ha evangelizzato popoli e Paesi, ma ha permesso ai piccoli compiti che svolgeva di aiutarlo ad avvicinarsi a Dio.

Chiara Corbella Petrillo ha scoperto che poteva offrire tutto nella sua giornata di moglie e mamma a Dio per gli altri. Spesso offriva piccole cose come rifare il letto, fare il caffè e lavare i pavimenti per il marito. Scoprire questo segreto l’ha aiutata a trasformare la sua routine quotidiana, e l’ha resa qualcosa di importante di cui prendersi cura piuttosto che qualcosa di superfluo da sbrigarsi a fare.

Seguendo l’esempio di Martino, Chiara e innumerevoli altri, ecco qualche esempio dei modi per trovare Dio nelle parti più noiose e apparentemente meno importanti della nostra giornata.

1 Offrite le parti che preferite meno nella vostra giornata come preghiere

Avete una lunga fila davanti? State sfregando il pavimento? State aggiustando la fotocopiatrice al lavoro? Pregateci sopra. Iniziate una decina del Rosario, o se avete bisogno di maggiore concentrazione offrite quello che state facendo a Dio quando iniziate. Potreste dire qualcosa di semplice come “Ho bisogno di aggiustare questa stampante”, o “Signore, vieni presto in mio aiuto”, o farvi il segno della Croce.

2 Offrite le vostre frustrazioni quotidiane per le persone che sapete che stanno soffrendo

Scrivete una lista di intenzioni, e quando il vostro condizionatore smette di funzionare o vi accadrà qualche altro contrattempo avrete un motivo per essere pazienti. Forse quel motivo è vostro cugino che sta combattendo contro il cancro, o il vostro collega che è stato appena licenziato. Ad ogni modo, dà un significato al disagio che state sperimentando, e aiuta a rivolgere i vostri pensieri alla sofferenza altrui anziché alla vostra.

3 Pregate ogni volta che entrate in macchina

Recitate una breve preghiera al vostro angelo custode o un’Ave Maria, chiedendo protezione mentre guidate. Non si tratta solo di una preghiera molto pratica (chi non ha bisogno di un po’ di grazia extra mentre guida?), ma aiuta anche a dedicare una parte in più della vostra giornata a Dio.

4 Ascoltate le preghiere o un podcast spirituale mentre fate le pulizie

Perché non imparare un po’ di più sulla fede mentre fate qualcosa di monotono e meccanico? Per avere qualche idea dei podcast da ascoltare cliccate qui.

5 Pregate prima di mangiare

Potete dire un semplice “Grazie, Gesù, per questo cibo”, o recitare una benedizione classica. Preparare il cibo e mangiare rappresenta dei momenti di stacco precisi nella nostra giornata. Ringraziare Dio al momento dei pasti è un modo per offrirgli il proprio tempo.

Aleteia

NOTTE BUIA della FEDE – la mia esperienza

Stamattina, mentre mi preparato a scrivere sul mio Diario di Preghiera , mi è venuto in mente un momento della mia vita a cui non pensavo da tempo.

Stavo attraversando un brutto periodo, spiritualmente parlando, niente Messa, niente Sacramenti o Preghiere, solo vuoto e rabbia dentro di me, invidia e cattiveria.

Non avevo motivi seri x essere cosi, ma mi sentivo così e non trovavo pace dentro me stessa!

Non avevo dubbi sull’esistenza di Dio, ma non mi importava che Lui ci fosse o no!

Cercavo in internet metodi x la crescita personale, x cercare di stare meglio, ed ho trovato l’idea di fare un Diario settimanale dove scrivere settimanalmente obiettivi sui quali dovevo lavorare x migliorare.

Siccome scrivere è una mia grande passione, prendo un quaderno e inizio subito.

La prima frase che ho scritto quel giorno, e poi anche tutti gli altri giorni per due lunghissimi mesi, è stata : “Dio, rimetti L’Amore nel mio cuore”

Poi le solite cose:
– tre cose x cui ringrazi l’universo,
– una cosa difficile che vuoi portare a termine in giornata,
– un obbiettivo settimanale da rispettare,
– dopo una settimana, rileggi e vedi se ce l’hai fatta…

Dopo una settimana rileggendo mi sono accorta che tutto quello che scrivevo, erano cose che io dicevo a Dio, erano preghiere x andare d’accordo in famiglia, erano ringraziamenti x essere riuscita a superare qualche ostacolo, era la mia richiesta continua, giornaliera a Dio di rimettere nel mio cuore il SUO AMORE…

È nato così il mio primo DIARIO di PREGHIERA in un momento di solitudine e buio spirituale, scrivendo cose in un quaderno!

Mi sono accorta solo in seguito, rileggendo, che L’INTERLOCUTORE col quale mi rapportavo era Dio!

Mi sono accorta solo dopo averlo letto che alla mia vita era venuta a mancare una cosa importantissima: la presenza costante di Dio, Padre Misericordioso!

Non è che tutto sia andato a posto in un attimo, ci sono ricaduta, mi sono rialzata, piano piano le cose in casa sono iniziate ad andare meglio, ho ricomincisto a pregare, la rabbia si e’ affievolita, ho ripreso la Messa, la Confessione, e anche l’invidia è scomparsa!

💙A voi è mai capitato?
💙Come avete risolto?
💙Confrontiamoci!

Le 5 lezioni della conversione di San Paolo

Dio lo ha aspettato e lo ha fatto cadere dall’alto

“Tutti abbiamo letto la storia della conversione di Saulo: da acerrimo nemico dei seguaci di Cristo a leggendario evangelista per Dio”

Paolo “non si è convertito appena caduto da cavallo; lì è iniziato il processo che lo ha portato a giocare il ruolo meraviglioso che ha avuto nella storia della nostra fede”.

1. La misericordia divina arriva in genere quando abbiamo raggiunto il nostro punto più basso. Saulo era un incubo per i primi cristiani, e la sua persecuzione sembrava non avere limiti. Ricordiamo che ha assistito alla lapidazione di Stefano e l’ha approvata. Dio lo ha aspettato e lo ha fatto cadere dall’alto, sia dal suo cavallo che dalla posizione che aveva assunto contro i seguaci di Suo Figlio. In modo simile, Cristo ci offrirà pazientemente la sua divina misericordia quando sembrerà che la meritiamo di meno, e anche quando crediamo meno di meritarla. Ricordiamo in che modo il padre ha accolto il figliol prodigo.

2. L’intervento di Dio nella nostra vita sarà sempre inaspettato. Il modo di misurare il tempo di Dio non ha nulla a che vedere con il nostro. Il suo intervento nella nostra vita non riflette le nostre aspettative. Saulo era l’ultima persona che i primi cristiani credevano potesse diventare il loro più appassionato difensore, ma è proprio questo che Dio ha fatto con lui. La fede non è aspettare di comprendere la bontà di Dio nella sua totalità; la pazienza è avere fede per attenderla.

3. La presenza di Dio nella nostra vita si rinviene spesso fuori da una chiesa. Se è necessario andare a Messa per rinfrancare l’anima ascoltando la Parola di Dio e per nutrirci con il Corpo e il Sangue di Cristo, gran parte delle applicazioni dell’insegnamento della Chiesa avviene nel mondo. Saulo è caduto da cavallo sulla via che lo portava a Damasco, non una volta giunto a destinazione, né in una casa o in qualche luogo di adorazione. La casa del Signore è la stazione di servizio in cui riempiamo di carburante la nostra fede, ma la nostra missione nel servizio a Dio è sulla via, dove applichiamo la fede per aiutare gli altri.

4. Abbiamo tutti un cavallo sulla via di Damasco. Saulo montava il suo cavallo mentre andava a lottare contro Dio. Avrebbe potuto usare lo stesso cavallo per aiutare Dio, ma ha deciso di usarlo per fare il contrario. In questo modo, ha fatto sì che Dio lo buttasse giù, per umiliarlo in preparazione alla grande missione di servire il suo progetto. Tutti abbiamo un cavallo che ci può portare lontano da Dio: può essere l’orgoglio, l’arroganza, il denaro, il potere… Scenderemo per nostra iniziativa o aspetteremo che Dio ci butti giù?

5. Fede e umiltà superano i cinque sensi. Paolo non ha mai camminato al fianco di Cristo. Non era uno di quelli scelti originariamente, ma la sua fede e la sua umiltà lo hanno reso grande come coloro che hanno camminato con il Signore. Dio viene nella nostra vita, e noi Gli permettiamo di entrare, senza seguire la proporzione di quello che crediamo, vediamo, ascoltiamo, tocchiamo o gustiamo. I cinque sensi e tutte le sensazioni che li seguono sono polvere sul cammino dell’umiltà e della fede. Dopo essere stato buttato giù da cavallo da Dio, Paolo è rimasto temporaneamente cieco. Nel viaggio verso la nostra Damasco, noi siamo spesso ciechi per un periodo molto superiore.

da un articolo scritto da Gabriel Garnica pubblicato su Aleteia

Io non cerco altro che Te, Signore

Prendi e accogli, Padre, tutta la mia libertà, tutta la mia memoria, tutta la mia intelligenza: tutto quello che ho e che possiedo me l’hai donato Tu!

Io te lo rendo Padre mio, trasformato così come posso.

Fai di me tutto quello che vuoi, secondo la tua volontà senza limiti e senza riserve, concedimi solo il tuo amore e la tua grazia.

Mi bastano, Padre, perché io non cerco altro che Te, unico significato di tutta la mia vita e termine ultimo del mio viaggio verso di Te, nell’eternità in paradiso per tutti i secoli dei secoli.

Amen

Una lampada accesa… PREGHIERA

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Signore, oggi ho vissuto un’esperienza nuova.

Visto che la grande chiesa, sulla piazza, era aperta, sono entrato.

Dentro non c’era nessuno.

Io vado sempre in chiesa, Signore, ma alla domenica.
C’è la gente, ci sono i canti, ci sono le luci accese.

Oggi invece non c’era nessuno, soltanto un raggio di luce che cadeva dall’alto.
Con un po’ di tremore ho attraversato la navata e sono andato sul fondo, dietro l’altare.

Accanto al tabernacolo, una candela accesa.
Non l’avevo mai notato ma oggi, in quella penombra, mi è sembrata un faro.

Signore, so che tu sei dovunque, in cielo, in terra, in ogni luogo.
Ma, oggi, ho sentito un qualcosa… come se tu, davvero, abitassi la dentro.

Mi sono messo seduto e ho pensato che deve essere triste per te quando nessuno ti viene a trovare.

Signore, so che quella candela arde sempre e io le ho chiesto di farti compagnia al posto mio, anche quando non mi ricordo di te.

E’ bello, Signore, pensare che dovunque mi trovi, qualsiasi cosa faccia, quella fiammella che arde mi fa rimanere vicino a te.

✍🏻Tonino Lasconi
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